In un momento storico drammatico per la nostra nazione, alle prese con una pandemia che continua ad imperversare e mietere ogni giorno centinaia di vittime, parlare di Calcio giocato appare, allo stato, un irresponsabile azzardo oltre che una circostanza decisamente fuori luogo.
La Redazione di TuttoSerieD, ha ritenuto opportuno dare voce ad alcuni protagonisti legati al vasto e variegato mondo della Quarta Serie. Un modo, questo, per conoscerne il relativo pensiero rispetto alle tematiche più attuali, delicate ed importanti che riguardino da vicino il sistema Calcio dilettantistico.
Ad intervenire in Esclusiva ai nostri microfoni, l’attaccante del Corigliano Calabro, Giovanni Catalano.
Il 26enne atleta catanzarese, vice Capitano, nonché uno dei leader della compagine biancazzurra, ha gentilmente concesso alla nostra Redazione la seguente intervista.
Giovanni, l’intera nazione sta vivendo un periodo storico drammatico, probabilmente senza precedenti. Costretti a stare chiusi nelle proprie abitazioni, anche i Calciatori, professionisti e dilettanti, hanno dovuto cambiare radicalmente le proprie abitudini quotidiane. Personalmente, come stai vivendo questo momento così delicato? Qual’è il tuo pensiero rispetto a ciò che attualmente sta avvenendo nel mondo?
Sono convinto che ci si trovi in un contesto inedito per tutti, nel bel mezzo di una pandemia che ha colpito in poco tempo il mondo intero e che sta facendo una miriade di vittime. Il mio pensiero va prima di tutto alle persone che non ci sono più a causa proprio di questa pandemia. Spero che ne usciremo al più presto e più forti di prima. Un ringraziamento va ai medici, agli infermieri e a tutti coloro che stanno mettendo l’anima negli Ospedali d’Italia, affinché tutto possa concludersi nel più breve tempo possibile. Personalmente sto vivendo questo momento così delicato e particolare, come penso stiano facendo tutti i miei colleghi. Resto in casa, con la mia famiglia, rispettando le regole e cercando di allenarmi utilizzando gli attrezzi di cui dispongo, perché il corpo è giusto che si tenga in allenamento, sia se si dovessero portare a termine i Campionati, sia se ciò non dovesse avvenire.
Sembra oramai assodato che la Stagione calcistica sia giunta al termine anzitempo. Quel che appare evidente, è che non sussistano minimamente le condizioni sanitarie, tecniche, mentali e non solo, per riprendere l’attività agonistica in tempi brevi. Qual’è il tuo punto di vista in questo senso? Credi che non ci sia più la possibilità di scendere in campo? O pensi che sia ancora legittimo sperare che si possa concludere la Stagione, scendendo in campo entro il 30 Giugno o magari, in maniera illogica, in estate inoltrata?
Penso che la possibilità o meno di continuare il Campionato sul campo, non dipenda da noi Calciatori, ne’ da qualunque altro addetto ai lavori, ma solo dalle tempistiche relative al diffondersi del virus. Prima di capire se ci possano essere i presupposti per un ritorno in campo a breve, sarà necessario vedere per quanto tempo ancora si protrarrà la pandemia. Per quanto ci riguarda invece, dobbiamo attenerci rispettosamente alle regole che ci sono state imposte, così che i tempi possano abbreviarsi, cercando di tornare quanto prima in campo, sempre con le dovute precauzioni. Sono convinto che rispettando le regole, e grazie al contributo quotidiano dei nostri medici, a Giugno si potrà tornare in campo, salvo ulteriori complicazioni.
Allo stato attuale, oltre alle legittime preoccupazioni dovute alla pandemia in corso e al dispiacere di non poter più eventualmente competere sul campo per i rispettivi obiettivi, la “paura” più grande che accomuna i Calciatori, specie quelli militanti in categorie dilettantistiche, è quella di dover fare i conti con le difficoltà economiche derivanti da questo dramma socio-sanitario. Sono in tantissimi a non percepire lo stipendio da molto tempo, vivendo nell’incertezza più totale legata al presente e al futuro proprio e delle rispettive famiglie. Cosa senti di dire a questo proposito? È davvero così grande e diffusa la “paura” di una crisi economica che travolga sin da subito l’intero movimento?
Credo che tra tutte le Categorie, dalla Serie A alla D, quelli che “rischiano” di più in assoluto siamo proprio noi che giochiamo in D e non siamo dei professionisti. Ascoltando le recenti comunicazioni dell’A.I.C., ho notato con piacere come stiano cercando la migliore soluzione per tutelarci e per questo voglio ringraziarli pubblicamente. Non è facile per chi ha famiglia, ma anche per chi non ne ha, andare avanti di questi tempi senza percepire uno stipendio anche minimo. Spero solo che le varie Società e l’A.I.C., ci aiutino concretamente affinché possiamo stare bene, sereni, cercando di ricevere ciò che ci spetta. Anche noi, proprio come gli atleti professionisti, ci mettiamo l’anima e facciamo mille sacrifici lontano dalle famiglie, svolgendo un lavoro come tutti gli altri, per questo meriteremmo tutt’altro tipo di tutela.
Sono numerosi gli addetti ai lavori convinti che, a partire dalla prossima Stagione, moltissime squadre dilettantistiche siano destinate a scomparire del tutto. I Calciatori dilettanti nel loro complesso, intesi come una vera e propria categoria sociale, si sentono sempre più soli, maltrattati e non tutelati. Questo è il pensiero della quasi totalità dei tuoi colleghi. La pensi anche tu in questa maniera? Se Governo e LND non dovessero intervenire pesantemente sul sistema Calcio dilettantistico, quali pensi siano i reali rischi a cui vadano incontro Società e Calciatori?
Penso che questo stop, e le conseguenze economiche ad esso connesse, servirà a tante Società per capire chi potrà e chi non potrà andare avanti nelle prossime Stagioni. Perché iscriversi e pagare solo i primi due/tre stipendi ai propri tesserati, per poi smettere di farlo non adempiendo ai propri doveri, non è giusto. Non lo è per noi giocatori, per gli stessi tifosi di ogni squadra e per il Calcio in se’. Io credo che la LND debba individuare in partenza chi realmente abbia i fondi necessari per disputare adeguatamente un Campionato intero, consentendogli solo a quel punto di iscriversi allo stesso Torneo, e chi invece sia destinato a vivacchiare solo per poco tempo grazie a qualche piccolo sponsor, non riuscendo a finire la Stagione senza aver accumulato debiti e vertenze. Anche la Serie D deve cominciare ad essere strutturata in maniera più professionale e la LND sarebbe il caso si allineasse alle Leghe professionistiche, anche per rispetto delle migliaia di atleti dilettanti sparsi per l’Italia.
Si parla comunemente di “Stagione falsata” in caso di Campionato deciso a tavolino e di “annata sportiva ancor più falsata”, qualora si scendesse a breve e forzatamente in campo, costringendo migliaia di Calciatori e addetti ai lavori ad un rischio immane. Tutto questo, in un momento in cui la condizione fisica di ogni atleta, è tornata a livelli da precampionato o quasi, visto che da circa un mese e mezzo siano tutti completamente fermi. Qual’è il tuo pensiero a tal proposito?
Credo che, nonostante le difficoltà che si possano incontrare in questa Categoria, non siamo persone che si svegliano alle quattro del mattino e vanno in fabbrica rompendosi la schiena, come fanno molti lavoratori che non riescono nemmeno ad arrivare a fine mese. Noi facciamo questo Sport per passione prima che per lavoro, quindi se ci dovessero far tornare in campo per completare la Stagione, lo si dovrebbe fare senza se e senza ma, con la garanzia che le Società adempiano ai propri doveri, così come faremo noi se ci facessero tornare in campo anche in piena estate. Per quanto riguarda la forma fisica, è chiaro che ci servirebbero almeno 15/20 giorni di preparazione atletica, per ottenere quantomeno una forma accettabile, Coronavirus permettendo. Dipende appunto tutto da questa brutta pandemia. Se al contrario, si dovesse concludere l’annata arrivando a dei verdetti a tavolino, potremo soltanto adeguarci a ciò che la Lega stabilirà in questo senso.
In caso di chiusura anticipata della corrente Stagione, avranno indubbiamente un compito difficilissimo coloro i quali saranno chiamati a decidere le sorti e l’epilogo dei vari Campionati. Quale formula pensi sarebbe più corretto adottare? E per quanto concerne promozioni dalla D alla C e retrocessioni dalla D in Eccellenza, quale sarebbe, a tuo avviso, lo scenario più giusto e meno “indolore” per cui si dovrebbe optare? Giovanni Catalano, cosa suggerisce di fare per chiudere la Stagione nella maniera più corretta, “giusta” e meno polemica possibile?
In caso di chiusura anticipata, secondo me, sarebbe opportuno che le attuali prime in classifica di ogni Girone di Serie D vengano promosse in Serie C. Per quanto riguarda le retrocessioni invece, non vorrei pronunciarmi, perché farei un torto morale a quelle Società che stavano lottando con i denti per risalire e che si vedrebbero private di questa possibilità. E mi riferisco alle ultime due in graduatoria, che mi dispiacerebbe tanto se scendessero in Eccellenza senza aver avuto la possibilità di provare a risalire nelle ultime otto gare che restavano da disputare. Sono in ogni caso convinto che la LND andrà nella direzione più giusta possibile.
Parlando per un attimo delle dinamiche strettamente legate al terreno di gioco: hai alle spalle esperienze molto importanti, tra Lamezia, Pescara, Parma, Rimini, Potenza, Messina e non solo. In questa Stagione hai messo a segno quattro reti in Campionato in ventitré presenze e sei stato tra i punti di riferimento della squadra, sia durante il periodo societario più critico che il Corigliano ha affrontato, sia dopo, quando le cose si sono finalmente rasserenate. Volendo produrre un bilancio della tua personale Stagione, senza ovviamente dimenticare che ci sarebbero ancora otto gare da giocare, come giudicheresti il tuo rendimento nel complesso?
Quest’anno mi è accaduto davvero di tutto e mi riferisco ai primi quattro mesi del Girone d’Andata. Siamo partiti con una buonissima squadra e dopo tre gare eravamo secondi a due punti dal Palermo, dopodiché, il vuoto più totale. Il nostro Presidente ha avuto dei problemi personali e siamo rimasti per tre mesi da soli, senza soldi e abbandonati da tutti, tranne che dai nostri tifosi, che non ci hanno mai fatto mancare il proprio supporto in casa e fuori. Abbiamo vissuto una situazione assurda sotto tutti i punti di vista e non per colpa del Presidente, anzi. È solo grazie a lui se il Corigliano ha potuto rialzarsi a partire da Dicembre. Da quel periodo in avanti, il Presidente ha risolto determinate problematiche, è tornato in sella al Club e ha messo tutto a posto, consentendoci di tornare alla normalità. Io potevo cambiare aria a Dicembre, le offerte non posso dire che mi mancassero, però non mi andava di abbandonare la nave nel momento del bisogno ed è per questo che, parlando con il Presidente Nucaro, ho deciso di restare per cercare di portare la nave in porto tutti insieme, provando a raggiungere i nostri obiettivi. Si è trattato di maturità, di senso di responsabilità e di essere uomo fino alla fine, prima che un Calciatore. Volendo produrre un bilancio, penso di poter essere molto soddisfatto del mio rendimento generale, specie perché non ho mai mollato, ne’ prima durante la crisi, ne’ dopo quando è tornato a splendere il sole.
Con il Corigliano, avete condotto una Stagione molto particolare. Probabilmente, se durante tutto l’arco dell’annata sportiva ci fosse stato un certo equilibrio dal punto di vista organizzativo, avreste concretizzato un altro tipo di Campionato. Al momento dello stop all’attività agonistica, vi trovavate in piena zona Play-Out, ma in netta ripresa e con la prima posizione che garantiva la salvezza diretta lontana solo sette punti. Con altre otto gare da disputare, c’erano ancora i presupposti per tentare di raggiungere la permanenza diretta e adesso invece, il destino vostro e di tutte le altre Società, non è più nelle vostre mani ma in quelle degli Organi Federali. Pensando alla tua squadra, al di là di quanto stia accadendo oggi nel mondo, quali sono le tue sensazioni e i tuoi pensieri rispetto all’epilogo di una Stagione che non ha ancora espresso alcun verdetto? Quale pensi possa essere il finale più giusto per il Corigliano? Ai tuoi compagni, ai tifosi e a tutto l’ambiente biancazzurro, c’è qualcosa che senti di dire in particolare?
Sono fermamente convinto che se il Campionato finisse oggi, sarebbe giusto che il Corigliano fosse salvo. In fondo lo dice la classifica. Non siamo in una delle ultime due posizioni e con ancora otto partite da giocare penso che ci saremmo salvati direttamente, o ci salveremmo in caso di ripresa, senza neppure passare attraverso i Play-Out. Io credo molto nella nostra squadra, nei miei compagni e non ho dubbi a riguardo. Proprio questo è il messaggio che vorrei lanciare. Sicuramente, con una stabilità diversa dall’inizio della Stagione fino ad oggi, senza i problemi che ha avuto strada facendo il nostro Presidente, potevamo toglierci tante soddisfazioni e fare un Campionato totalmente diverso. Ma il destino quest’anno ha deciso che dovesse andare così e sono sicuro che l’anno prossimo, con il Presidente Mauro Nucaro al timone del Club, si possa disputare un Torneo a vincere, perché la sua mentalità vincente lo può portare senz’altro a fare grandi cose per il Corigliano.
Si ringraziano Giovanni Catalano e l’A.S.D. Corigliano Calabro, per la cortese disponibilità concessa alla Redazione di TuttoSerieD.